mercoledì 21 dicembre 2011

NOTE DAL CONSIGLIO DEL 20.12.11


Per quanto riguarda lo svolgimento dei lavori del Consiglio di ieri sera, l’unica nota sul lavoro svolto che per il sottoscritto merita essere riportata è la richiesta, da parte della Consigliera Russo di Futuro e Libertà riguardante la formazione un “tavolo di lavoro” sulla situazione del campo nomadi insistente in Circoscrizione.

Una proposta costruttiva, diversamente dalle solite considerazioni, a volte un poco grottesche e talvolta al limite della xenofobia, che siamo soliti sentire in Circoscrizione sia da alcuni Consiglieri che da Cittadini.

Probabilmente il valore della proposta avrebbe avuto l’unanimità di consensi qualora alcuni Consiglieri avessero una ben che minima capacità, se non politica, almeno intellettiva.

Il Movimento 5 Stelle è certamente favorevole a tale progetto.

Ricordo che nei secoli non si è mai giunti ad una vera soluzione alle difficoltà che pone di fronte il popolo nomade ai cittadini stanziali.

La storia ha adottato criteri di intervento diversi tra loro passando dalla “soluzione finale” di nazista memoria, alla costruzione fisica di ghetti, al più lodevole ma privo di fondamenti storici culturali, mero tentativo di convivenza fisica con Cittadini ( di per sè stessi già emarginati per altre ragioni ) spacciato per serio tentativo di integrazione.

La Circoscrizione non può essere quella che rimane con il cerino in mano ; non solo perché non ha gli strumenti adatti o capacità, ma perché non ha il potere di lavorare per una vera e profonda risoluzione dei problemi collegati al nomadismo.

I livelli di risoluzione sono ben altri e più elevati.

L’Europa con la sua legislazione, i Paesi che la compongono con gli indirizzi di attuazione dati dai loro Governi, le varie strutture territoriali sino a poi alla piccola Circoscrizione.

Sopra a tutto, però, ci vuole cultura e certamente meno strumentalizzazione.

Una strumentalizzazione politica presente da sinistra a destra.

I partiti debbono limitare i loro appetiti elettorali ed i Cittadini europei debbono limitare i loro bisogni di appartenenza.

Occorre creare insieme una nuova cultura orientata a non demonizzare il “diverso” ( spesso per paura dovuta all’ignoranza ).

Senza questi passi, così come avviene costantemente nelle discussioni nella nostra Circoscrizione, ci toccherà risentire per molto ancora discorsi populisti ( se saremo fortunati ), desiderosi se non di fidelizzare elettorato, di uccidere chi non è come noi ( vedi incendio del campo alle Vallette ).

L’espressione sentita qualche tempo fa in Commissione “ il nomade è geneticamente diverso da noi ” non può svanire d’incanto e purtroppo neppure le persone che non hanno una minima capacità intellettiva, ma va colta come segnale di una presenza, ormai vasta sensazione, di insicurezza oltre che di assenza di funzionamento cerebrale.

Come si noterà il problema non è solo quello della convivenza tra nomadi e popolazione stanziale e neppure solo quello della diversità culturale, ma spesso anche di incapacità ( più o meno strumentalizzata ) intellettiva dei cittadini italiani.

Strano che proprio la storia dei nostri emigranti non abbia ora degno riscontro nella memoria dei nostri poveri “minus habens” Cittadini.

Sono del parere che la Circoscrizione possa agire, ma solo dopo aver preso coscienza delle problematiche, sentite tutte le parti coinvolte.

Impossibile cercare di risolvere il problema che è noto sin dalla notte dei tempi come quello dei popoli migranti, ma è fatto obbligo della Circoscrizione assumersi l’impegno di evitare il più possibile le ricadute delle incapacità decisionali e dell’assenza di volontà politiche ad alti livelli, scongiurando la classica “guerra tra poveri”.

Non tralascerei anche il valore aggiunto delle associazioni che lavorano, tra mille difficoltà, per una graduale conciliazione tra le esigenze, così come la necessità di controlli ma non finalizzati alla sola repressione, s’intende.

I fondi, stranamente, non paiono essere tra le maggiori difficoltà considerando le strane attribuzioni di appalti ( ad esempio per la pulizia dei campi nomadi ) che il nostro Comune adotta : maggior oculatezza del denaro pubblico non guasterebbe.

Tutte insieme le autorità religiose dovrebbero avere un ruolo particolare in considerazione di alcuni propri elementi fondativi come quello della solidarietà, dell’aiuto, della fratellanza, documentandolo più proficuamente fuori dai templi.

Allora ben venga un “tavolo di lavoro” per garantire, in primis, fruibilità dei minimi diritti che lo Stato è tenuto ad offrire a tutte le persone e contemporaneamente aumentare la sicurezza o almeno senso di sicurezza reciproca tra Cittadini e popolo nomade.

Per far questo occorre spogliarsi di ideologie e dietrologie, entrambe pericolose se non altro per dare un senso di utilità pratica al lavoro.

Credo sia questa la difficoltà prima da affrontare e maggiore la quale, però, è imprescindibile da superare al più presto.

Speruma bin !
Gualtiero

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