domenica 29 gennaio 2012

LAVORO E PENSIONI

Premessa:
Partirei col fare un discorso più ampio che comprenda tutto il ciclo, quindi bisogna parlare di lavoro e di pensioni, una cosa senza l'altra ha poco senso... è un percorso di vita, ottimizzare solo una fase andrebbe sicuramente a discapito delle altre, quindi parlerò di lavoro e poi di pensioni.
 
Alcune informazioni preliminari:
Pensioni la mangiatoia infinita....
Come sicuramente sapete l'INPS è fra i pochissimi enti statali in attivo, potete recuperare facilmente la notizia sul web http://isegretidellacasta.blogspot.com/2011/12/inps-in-attivo-di-276-miliardi-i-dati.html ma ce ne sono anche altre più recenti.
E siccome di miliardi nell'inps c'è ne sono diversi, lo sport preferito dei governi passati, ma anche di quello in carica ora, sembra essere il vecchio adagio di Petrolini, i soldi bisogna prenderli dove ci sono, dai poveri, ne hanno pochi, ma sono in tanti.
 
Così con subdole scuse, e false notizie, ci mandano in pensione con diversi soldi in meno, nella speranza che il trapasso ci colga sul lavoro... inoltre i giovani non accederanno al lavoro perchè i pochi posti sono occupati da persone sempre più anziane.
 
Questo sistema causa immobilismo e cristallizzazione delle aziende, che diventeranno sempre meno competitive... con i risultati noti di sofferenza, fallimento, povertà che dilaga a macchia d'olio.
 
E' evidente che continuando su questa strada perdiamo tutti, imprenditori e lavoratori, è necessario riformare questo stato di cose, facciamolo con l'unione dei cittadini che sono imprenditori, e con quelli che sono lavoratori....
Discutiamo insieme per fare nuove leggi in questo campo, io una proposta c'è l'avrei, sicuramente va migliorata.
 
Differenze lavoro pubblico(dei servizi) / privato
Per il pubblico impiego, dove sostanzialemente non si produce un oggetto, ma servizi, e quindi benessere, bisogna parlare di stipendi.
Nelle società private il proprietario può anche erogare stipendi favolosi, se ritiene opportuno, ma nello stato ci vuole un tetto... massimo 5000 euro al mese, per qualsiasi mansione, che tu sia un ministro, un medico, o un magistrato.
Non deve più esistere l'impiegato amministrativo a 1200Euro e il ministro a 25000Euro.
Escuderei solo i ricercatori, nelle lore teste si formano le possibilità del mondo che verrà, questo caso dovrebbe essere quindi valutato con dovizia, equilibrio e molta saggezza.
 
 
Proposta per il lavoro:
Istituiamo quello che una volta si chiamava apprendista, ma tracciamo un percorso di crescita, l'apprendista ed il futuro pensionato, percorreranno alcuni anni di carriera insieme.
Il pensionando, sarà scelto dall'azienda, e gli sarà affidato un apprendista, anche lui scelto dall'azienda, insieme percorreranno tre anni (ma potrebbero essere anche meno, dipende dalla funzione)  
In questo periodo l'apprendista imparerà i vari dettagli del lavoro, imparerà a diventare indipendente, a diventare un elemento che porta valore all'azienda... apprenderà l'esperienza del suo tutor, il quale ha il dovere di istruirlo e di farlo crescere, di insegnarli la storia aziendale e prepararlo per il futuro che verrà.
Opportuni momenti di verifica dovranno essere istituiti da parte dell'azienda, lungo questo percorso temporale.
 
Durante il periodo di subentro, così lo chiamerei, sarà possibile il licenziamento per non raggiunti obbiettivi, ma terminata questa fase non sarà più possibile licenziare arbitrariamente i lavoratori.
Penso che si debba anche introdurre una percentuale massima oltre la quale gli apprendisti non possano essere licenziati. (ho difficoltà a credere che siano tutti incapaci)
 
Durante la fase di apprendistato, il datore di lavoro avrà un grosso sgravio contributivo per l'apprendista, ed uno anche per il tutor, questo dovrebbe invogliare gli imprenditori virtuosi ad investire sulle persone, che in fondo sono la vera azienda.
 
Al termine di questa fase il Tutor andrà in pensione e cederà la propria attività al suo apprendista che ne prenderà a quel punto anche i benefici economici o parte di essi, salvo quelli di anzianità.
 
Proposte per la pensione:
Per lasciare spazio alle generazioni future, organizzerei le pensioni in questo modo:
- Si può andare in pensione con 35 anni di servizio, a 40 di servizio non puoi più lavorare.
- Ogni anno di lavoro contribuisce al 2% della tua pensione calcolata su ciò che hai versato, rivalutato negli anni.
- Se arrivi a 65 anni e non hai ancora 35 anni di servizio, prenderai la quota del 2% per ogni anno versato.
- Chi non ha versato nulla perchè invalido sarà a carico della colletività con una pensione decente per vivere
- Tutte le pensioni non potranno superare 5000 euro mese e ovviamente le quote che si pagano durante il lavoro terranno conto di questo tetto.
- Se scegli di non versare contributi, perchè benestante nessuna pensione ti verrà riconosciuta.
 
Concusioni:
Quello che le proposte sopra vogliono mettere in atto, è uno maggiore uguaglianza fra i cittadini, che nel loro percorso di vita saranno prima studenti, poi lavoratori, poi pensionati.
Una maggiore uguaglianza significa anche maggiore civiltà e solidarietà, senza demonizzare coloro che dispongono di capitali e vogliono vivere da "ricchi", ma garantendo che il tessuto sociale non degradi verso una schiavitù gestita da chi ha più potere economico.
 
Grazie per lo spazio offerto, tornerò appena posso su altri argomenti
Un saluto a tutti
Ciao
Roberto

2 commenti:

  1. Grazie mille Roberto, se mi dai il permesso copio il tuo articolo anche sulla pagina Facebook della Circoscrizione 2. In attesa di altri articoli, grazie ancora. Max

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    1. Ma certo che ti dò il permesso... scusa solo se arrivo tardi... è che stò vivendo un periodo veramente pesante.
      Ciao
      Roberto

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