mercoledì 6 giugno 2012

Un Anno di partecipazione

Ricorre in questi giorni il primo anniversario dell’insediamento del MoVimento 5 Stelle nelle Istituzioni della città di Torino. 2 Consiglieri comunali e 10 circoscrizionali (1 per Circoscrizione) hanno fatto da portavoce ai migliaia di cittadini che gli hanno dato fiducia, ma soprattutto che hanno dato fiducia a loro stessi. Votare il M5S infatti vuol proprio dire votare se stessi. Ma per far ciò dobbiamo uscire dallo schema classico del delegare come nel passato.
E’ fondamentale per una “non-struttura” come quella del MoVimento, la partecipazione da parte di tutti, ognuno piccolo “specialista” nel proprio campo, per aiutare chi è stato eletto a districarsi tra Commissioni e Consigli, tra Pareri, Interpellanze, Interrogazioni, Ordini del Giorno e Mozioni.
In quest’ambito è inserita anche la mia presenza da attivista. Un anno di partecipazione vuol dire aver trascorso questi  12 mesi a fare Politica. Nei miei primi 40 anni non ne avevo mai fatto e posso assicurare che questo mettersi in gioco è stato stancante, legato a delle rinunce, ma estremamente esaltante.
Fare i banchetti al mercato il sabato mattina per raccogliere firme nella Petizione contro l’Inceneritore del Gerbido tra settembre e maggio ha significato affrontare il freddo, dopo essersi svegliato a volte anche puntando la sveglia e soprattutto rinunciare a portare i 2 miei bimbi al parco o in biblioteca. Ma ha anche significato portare alla causa un migliaio di firme, incontrare tantissime persone con cui si è dialogato di politica, economia, ambiente. Questo è un valore a mio avviso inestimabile.
Seguire i Consigli e le Commissioni (quante ne ho seguito quest’anno…), iscritto alla II, IV,V,VI (Urbanistica e Lavori Pubblici, Sanità e Sevizi sociali, Sport Turismo e Tempo Libero, Ambiente ed Aree verdi) mi ha permesso non solo di essere presente alla vita politica di quartiere e Comune, ma soprattutto di poter dire la mia opinione davanti ai rappresentanti politici di tutti i partiti. Ma soprattutto mi ha permesso di scoprire che si può essere ASSENTI anche se si è presenti in aula (basta alzare la mano e dichiarare di “non esserci”), di vedere come siano più importanti per alcuni eletti i gettoni di presenza più delle Commissioni stesse  (basta firmare all’inizio della seduta e poi in qualunque momento si può andare via, anche subito!).
Quanti attacchi politici ho dovuto subire in Rete o per strada per la mia appartenenza da attivista al MoVimento, la maggior parte delle volte per sterili polemiche o discussioni senza vera sostanza. Ma anche richieste di delucidazioni su chi siamo, cosa vogliamo, cosa diciamo.
Io credo che per fare tutto questo si deve partire (come in ogni cosa del resto) dalla preparazione approfondita e dallo studio del Programma, dei Valori che il MoVimento vuole portare nella società. Fondamentali sono la Partecipazione, la Trasparenza, l’attenzione all’Ambiente, l’eliminazione dei soldi dalla politica. Io credo che essere attivista nel M5S voglia dire dedicare il proprio tempo volontariamente nel tentativo di cercare di cambiare la situazione politica il meglio possibile anche coinvolgendo esponenti dei partiti a far germogliare il seme dell’onestà e della VERA voglia di fare che hanno anche alcuni di loro.  Cambiare il modo di concepire la politica sia dei cittadini sia delle Istituzioni e di chi ne fa parte, ma soprattutto riavvicinare le persone alla cosa pubblica e alla Politica, quella con la P maiuscola.

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